IL MITO POEMI

OMERO

I più famosi poemi epici greci a noi pervenuti sono l’Iliade e l’Odissea, che narrano rispettivamente le vicende relative alla fase finale della guerra di Troia e le peregrinazioni dell’eroe che fu il principale artefice della caduta della città, Odisseo (o Ulisse, per i latini).

Le due opere, che fin dall’antichità godettero di enorme fortuna, furono attribuite a Omero, considerato il primo e il più grande dei poeti epici dell’antica Grecia. La figura di questo poeta è sempre stata avvolta dal mistero: incerti sono l’anno e il luogo della nascita, la data di composizione delle sue opere e gli avvenimenti della sua vita. Secondo la tradizione, Omero era un aedo povero e cieco, originario di Smirne (nell’Asia Minore), che vagava di corte in corte declamando i suoi versi.

            La questione omerica

L’assenza di notizie relative al poeta Omero fece nascere già nell’antichità una serie di interrogativi:

  1. Omero è realmente esistito?
  2. L’Iliade e l’Odissea sono da attribuire a lui o sono opera di diversi 

      poeti?

  • Quando sono stati composti questi due poemi?

A partire da queste domande si è sviluppata una discussione che continuò anche nelle epoche successive e che prende il nome di questione omerica. Nel corso dei secoli gli studiosi hanno sostenuto diverse ipotesi: alcuni hanno negato l’esistenza stessa di Omero, altri hanno affermato che Omero è realmente esistito, ma che avrebbe composto solo uno dei due poemi. 

Gli studi più recenti vedono in Omero l’autore di ambedue i poemi, che sono tuttavia riferibili a epoche diverse, rispettivamente alla giovinezza (Iliade) e alla vecchiaia (Odissea) del poeta.

Le due opere, infatti, si somigliano per lo stile in cui sono state scritte, per l’uso di alcune formule del linguaggio, perché presentano la stessa struttura e per il sentimento religioso che le pervade.

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