Letteratura italiana

Lo Zibaldone

Dopo il 1818, precisamente nel 1819, accade qualcosa di particolare: Leopardi tenta la fuga da Recanati e dalla sua stessa casa. Purtroppo per lui la sua fuga verrà negata dal padre, avvisato per tempo da un servo domestico, il quale riferisce per tempo le intenzioni del poeta al padre. La stesura dello Zibaldone avviene tra il 1817 e il 1832. Essa non nasce come opera destinata al pubblico. Secondo alcuni il titolo “Zibaldone” potrebbe derivare dalla parola zabaione che a sua volta deriverebbe da una parola latina “sabana” un tipo particolare di lievito di birra. Per altri ancora potrebbe derivare da una parola del dialetto romagnolo,  “zibana” o “zabana” da cui poi Zibaldone.

La zibana è una pietanza mista di ingredienti vari. Lo Zibaldone sarebbe quindi un’opera mista di componimenti e generi letterari vari, tant’è che si può considerare come un diario molto intimo di Leopardi. Un diario meglio del suo percorso intellettuale in cui sono contenuti oltre 4000 pensieri. Quest’opera è frutto della sua formazione di carattere: scientifico, in particolare botanico, letterario e filosofico. Si tratta di un’opera enciclopedica frutto, passo dopo passo, di un pensiero cardine. Questa è la prima testimonianza della fase del pessimismo storico dell’autore, infatti l’opera si apre con un’affermazione in particolare: “La ragione e nemica di ogni grandezza, la ragione è nemica della natura, la natura è grande, la ragione è piccola”. Si tratta anche di una forte testimonianza del materialismo leopardiano, infatti il poeta rimane affascinato dal titanismo alfieriano e dal materialismo lucreziano. L’uomo che vuole superare sempre i suoi limiti umani, tende all’infinito, anche se la ragione lo blocca facendogli capire che non può superare tali limiti.

STRUTTURA E CONTENUTO

Di conseguenza la ragione è nemica della natura. Quest’opera affronta ambiti del sapere diversi fra loro, e scritti senza un apparente ordine sincronico o tematico. Nello Zibaldone sono presenti anche diverse notizie biografiche del poeta, anche se per la maggior parte l’opera è composta da appunti, riflessioni personali e pensieri, trascritti volta per volta per descrivere tutto in maniera dettagliata. Leopardi fa ciò per poter rivedere il suo percorso filosofico e letterario e per verificare gli eventuali sviluppi di pensiero o altro. Il libro comprende una raccolta di 4526 pagine, molto corposa e significativa per seguire l’iter spirituale del poeta, il quale pian piano matura sempre nuove condizioni e idee, giorno per giorno. Il poeta arriva anche a diverse teorie filosofiche e questo è un aspetto molto importante.

TEMI DELLO ZIBALDONE

La filosofia è una dottrina che si occupa del sapere che presuppone l’utilizzo della ragione. Leopardi essendo anche filosofo adotta un sistema, che gli consente di dar vita a tutte le sue filosofie, che viene diviso in due momenti:
1.    Sistema Speculativo: che consiste nell’osservazione di un fenomeno per arrivare a formulare una Teoria.
2.    Teoria: momento in cui si giunge ad una conclusione che dalla Teoria passa a legge.
Quindi oltre ad essere un filosofo ha anche un sistema preciso e specifico; anche se può essere considerato un filosofo “anomalo” o meglio diverso. Questo perché la sua non è una dottrina specifica o specialistica, infatti egli non dedica tutta la sua vita alla filosofia, dato che la sua attività è quella del poeta. Tuttavia Leopardi si può considerare filosofo perché si pone delle domande, (cosi come farebbe qualunque altro filosofo), di carattere universale, sull’umanità, sulla vita, sulla morte, sul Divino ecc…

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